TORRE PEGNA, CAPO CACCIA, ALGHERO

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La Torre Pegna sorge a 271 m sul livello del mare sulla scogliera occidentale del Capo Caccia, inglobando nella sua vasta porzione di paesaggio le torri Badde Jana, Poglina, Porto Conte, Tramariglio, Porticciolo.
Originariamente denominata Torre Maestra, nell’ultimo decennio del XVI secolo viene menzionata in vari documenti come Torre della Pegna o Pe
ňa Maestra, alludendo alla sua posizione strategica: alta e inaccessibile sulla estrema punta della scogliera, dallo spagnolo peña che vuol dire punta.

Sorge come alloggio dei torrieri, ma poi verrà utilizzata soltanto come torre di guardia per trasmettere i segnali alla Torre di Tramariglio, perché troppo isolata, quasi inaccessibile e di scarsa ampiezza.

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E’ stata costruita nella prima metà del XVI secolo, a spese della città di Alghero.
E’ una delle 17 torri rilevate dal Camos nel periplo del litorale sardo, che poi descrive nella sua Relazione del 1572
1:
La Torre Maestra esta sobre una peña alta hazen en ella dos hombres atalaya ordinaria a costas de la ciudad del Alguer y esta bien al proposito por la correspondencia con Port Pao de donde dista tres millas, y seis de la torre del Livio es a saber.a lo que descubre mucho a la

1 Le altre torri menzionate sono: Guardia senza torre di San Giovanni di Gonnesa, Oristano Colombargia, Bosa, Pollina, Capo Galera, Giglio, Porticciolo, Gainge, Montegirato (e torre antica di Porto Ferro), Saline di Stintino, Porto Torres, Monte Rosso, Terranova di Olbia (fortezza di Posada), Arbatax, Santa Maria Navarrese e Capo Sant’Elia a Cagliari.

mar y el puertzuelo que he dicho que esta tras la punta del Port Pao, que se dize porto de Sunibani y una cala que tiene de baxo que se dize Cala Longa adviertese, que la Isla Plana de la parte de fuera no puede ser descubierta de nieguna parte dunque tam poco ay lugar de reposar vaxeles si no fuesse con gran bononça; arrimanse alli de noche para las barcas de coralar, pero en salendo de la Isla queda descubierto dela torre maestra2.

La Torre Maestra sorgeva quindi su un’alta roccia ed in essa prestavano servizio di guardia ordinaria due uomini, a spese della città di Alghero. La corrispondenza avveniva con Port Pao, da dove distava 3 miglia, e con la torre del Giglio distante 6 miglia; non era visibile l’Isola Piana, ma le imbarcazioni potevano approdare lì soltanto con la bonaccia e questo era un evento parecchio eccezionale.

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La Torre è descritta nella Carta della Sardegna del Rocco Cappellino del 1577:

...Proseguendo in direzione Ovest, s’incontra il Capo de Liri=Punta del Giglio, sovrastato da una Tore che sembra posta a guardia della profonda insenatura del Porto del Conte, e alla quale fa riscontro la Tore Maestra, che domina il Capo de la Caça=Capo Caccia

Nel giugno 1578, il viceré don Michele de Moncada così la descrive, redigendo l’elenco delle torri da costruire sulle coste della Sardegna per la guardia ordinaria del Regno, e degli uomini da aggiungere a quelli già in servizio a carico dei baroni locali e delle città limitrofe:
50-Sulla Punta Maestra, presso Capo Caccia, vi è una torre la cui guardia è mantenuta dagli abitanti di Alghero (Torre de la Pena Maestra).

(Memoria: de las torres que son necesarias que se hayan en la costa de cerdena parea la guardia ordinaria de dicho reyno y de los ombres que son necessarios ponersi de nuevo en dichsa torres ademas de los que vy se pagan por los barones y ciudad det in Guerra Modierna, leg. 3694, Relacion de la artilleria, armas y municiones que ay de Su Magestad en el Reyno de Cerdena. Embio la el vicerey don Miguel de Moncada 27 de rullio 1578, in AGS; cfr. F. Russo 1992, p. 164)

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Anche J.F.Fara nella sua “De Chorographia Sardiniae”, elencando le ventuno torri del litorale occidentale dell’isola, cita la Torre Pinnarum.

La torre della “Peña passa sotto la giurisdizione dell’ Amministrazione delle Torri nel 1606: Filippo III infatti nel giugno di questo anno accoglie la supplica della città di Alghero e ne dispone il passaggio insieme con le torri di Pollina e Cabo de Liri”, tutte costruite a spese delle città.

Citata nella Carta sulla descripcion de la isla y Reyno de Sardina di Francesco Vico del 1639, nel 1720 la torre della Penna risulta presidiata da due soldati:

...Torre della Penna-Due soldati in ragione di scuti due, soldi ventinove, e denari 4: per cad. al mese.
(Stato degli Alcaidi e Soldati, che sono, nelle torri del Regno di Sardegna a conto dell’Amministrazione del R. le in Conformità alla nota data da detta Amministrazione lì Agosto 17203 )

Risulta inoltre menzionata nella Relazione del I Commissario di Artiglieria, fabbriche e fortificazioni Cagnoli (16 settembre 1720) e nella Carta Nova et accurata totius Sardiniae tabula di Domenico Colombino dello stesso anno; era in buono stato e bisognava soltanto di piccoli lavori di manutenzione

Nel 1722, su incarico del vicerè San Remy, l’ingegnere De Vincenti rileva le spese complessive della gestione delle torri litoranee dell’isola- comprese le paghe degli alcaidi, degli artiglieri e dei soldati- di questo anno.
Per quanto riguarda in particolare la torre Pegna, erano state spese 150 Lire sarde.

Il De Vincenti fornisce l’elenco di 45 torri dell’intero litorale sardo a carico del Patrimonio Reale e dell’Amministrazione, per un totale di £ 18,994; ma individua altre 22 torri mantenute dalle diverse città in cui sorgevano. Erano quindi in funzione complessivamente 67 torri, ed in esse il personale era così ripartito:

Nelle torri pagate della cassa Reale: 5 Alcaidi, 5 Artiglieri e 23 soldati; In quelle dell’Amministrazione: 26 Alcaidi, 21 Artiglieri e 108 soldati; Nelle altre delle Ville: 13 Alcaidi, 5 Artiglieri e 55 soldati.

In totale 261 uomini, spesso anziani e malati, la cui retribuzione si differenziava da nord a sud. Infatti nel Capo di Cagliari la paga mensile degli alcaidi era di £ 18, degli artiglieri £ 14, dei soldati £ 10; nel Capo di Sassari, invece, la paga mensile degli alcaidi era di £ 20,16, degli artiglieri £ 18,8 e dei soldati £ 12;

Nella Tabella de las Torres del Reyno empenzando por Pula, y acabando por Carbonara en q se expressan por orden las q son de Armas, las de Guardia, y las Guardias sin torre, el territorio en q estan sitas los q las Guarnecen, y de quien vienen pagadas (Marchese di Cortanze, 1729), la Torre de la Peña è definita una Torre di guardia della città di Alghero, dotata di 2 soldati, pagati dalla Reale Amministrazione di Sassari.

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Nel 1755 la Torre non bisognava che di piccoli lavori di manutenzione (intonacatura dei muri e isolamento della terrazza).
Relazione delle riparazioni che si credono indispensabili da farsi atorno diverse Torri, con la spesa a calcolo di quanto puonno importare e progetto di diverse altre che sarebbero necessarie edificarsi per maggior conservatione di questo Regno, e corrispondenza de fari4: ...Territorio d’Algheri

Si specifica inoltre in un’altra Relazione del 18 maggio dello stesso anno:

Torre della Peña: un soldato ogni giorno si parte dalla torre del Bulo e tiene d’occhio tutto il versante facendo segnali se necessario. Il tragitto è molto lungo, accidentato e con la pioggia diventa pericoloso.
(
Regia Segreteria di Stato e di Guerra, Serie II, in ASC)

Infine, nella Relazione sull’Amministrazione delle Torri, suoi redditi e pesi, tra le torri del Capo di Sassari si annovera la Torre Penna o Bulo:
Tiene due soldati, i quali percepiscono per ogni terzia cinquanta lire, che all’anno importano cento cinquanta lire.

Si specifica inoltre in un’altra Relazione del 18 maggio dello stesso anno:

Torre della Peña: un soldato ogni giorno si parte dalla torre del Bulo e tiene d’occhio tutto il versante facendo segnali se necessario. Il tragitto è molto lungo, accidentato e con la pioggia diventa pericoloso.
(
Regia Segreteria di Stato e di Guerra, Serie II, in ASC)

Infine, nella Relazione sull’Amministrazione delle Torri, suoi redditi e pesi, tra le torri del Capo di Sassari si annovera la Torre Penna o Bulo:
Tiene due soldati, i quali percepiscono per ogni terzia cinquanta lire, che all’anno importano cento cinquanta lire.

Nel 1776 la torre della Pegna risulta invece presidiata soltanto da due soldati mantenuti dall’Amministrazione.

 

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Nel 1813 la Torre risulta menzionata nella Novelle Carte Hydrographique de l’Isle de Sardigne di François Giaume e nella Descrizione fatta da Francesco d’Austria-Este nel 1813 e curata da G. Bardanzellu.

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Nel 1856 anche il De Lamarmora la ricorda nel suo Itinerario:
Continuando a costeggiare per mare la base di questa lunga e imponente scogliera, sulla cima del monte si vedono i resti di un’antica torre chiamata “della Pegna”; è crollata da lungo tempo e spaccata in due, cosa che la rende pittoresca e inconfondibile.

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Il 25 Aprile 1867, realizzata ormai l’unità d’Italia e venuto meno il motivo fondamentale della realizzazione delle diverse torri costiere, cioè l’incombente minaccia esterna, si provvede alla definitiva smobilitazione delle fortificazioni:

Elenco dei castelli , delle torri e fortezze esistenti in Sardegna che cessano diessere considerate come fortificazioni o posti fortificati in base al R. Decreto 25 aprile 1867
Litorale ovest
Torre della Pegna.

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