TORRE DEL BUDELLO - MACROAREA B

Inquadramento Cartografico

L’area di intervento è collocata nel settore Sud dell’isola a 9 metri s.l.m.;

Dal punto di vista cartografico l’aerea può così essere distinta:

  • Carta topografica d'Italia scala 1:25.000 FG. 573 Sez. IV “Teulada” edita dall'I.G.M. nel 1995, Edizione n°1
  • Carta Tecnica Regionale, foglio 573090 e 573100
  • Carta Geologica della Sardegna scala 1:200.000, redatta dalla Regione Autonoma della Sardegna
Stralcio cartografico in scala 1:25.000 (estratto dal progetto preliminare)

Stralcio cartografico in scala 1:25.000 (estratto dal progetto preliminare)

Geologia locale

Il contesto geologico che fa da contorno alla tre torre del Budello è caratterizzato dalla presenza di estesi affioramenti di rocce granitoidi riconducibili al batolite ercinico.
Dal punto di vista strutturale l'area S-W della Sardegna, e quindi anche la zona oggetto del presente studio, è interessata da una serie di lineamenti che costituiscono un "pattern" caratteristico, favorito dall'omogeneità litologica e dalla rigidità delle formazioni presenti.
Si può notare una serie di faglie e fratture non condizionate da discontinuità preesistenti, ma legate probabilmente alle varie fasi dell'Orogenesi Ercinica che ha interessato la zona in esame e la Sardegna tutta, con direzione prevalente E-W e NE- SW.
Per quanto riguarda la morfologia bisogna dire che il basamento cristallino presenta forme diverse, in relazione alle variazioni della litologia.
Dove affiorano i para-gneiss e i micascisti si osservano dei rilievi accidentali e dei versanti più acclivi, dove affiorano il granito e gli ortogneiss vi sono dei rilievi arrotondati e ampie valli con deboli pendii.

In particolare nel granito è tipica l'erosione a "tafoni", che da origine a delle forme particolari ed arrotondate, mentre la presenza di zone arenizzate rende i pendii meno aspri. II complesso granitoide si presenta sotto forma di "vasti plutoni circoscritti, discordanti, che intersecano tutte le intrusioni antecedenti ed il basamento metamorfico indipendentemente dalla sua zoneografa". (GHEZZO et alii 1982). Nella Sardegna meridionale la forma e disposizione delle plutoniti granitiche delinea un controllo strutturale sulla loro messa in posto secondo direzioni NE-SW.
Al suo interno sono presenti variazioni determinate dal colore, dalla granulometria e dalla mineralogia. Questi graniti sono classificabili come leucograniti biotitici; queste rocce sono state definite da ELTER et alii "uno dei graniti più giovani della fase post-tettonica Ercinica",  datato da FERRARA intorno ai 285 ± 5 Ma.
Dal punto di vista mineralogico, si rileva abbondanza di feldspato potassico (ortoclasio prevalente) che presenta talora delle inclusioni pecilitiche di biotite.
Il complesso metamorfico della Sardegna ha una estensione di circa 6.000 Km2 e la sua origine è legata essenzialmente all'Orogenesi Ercinica.

Nella Sardegna meridionale il grado metamorfico va da medio ad alto, secondo lo schema di " BARROW", per cui si attraversano le zone a Biotite, a Granato, a Staurolite, a Cianite, a Sillimanite le cui "isograde hanno un andamento NW-SE subparallele alla direzione S2 delle scistosità" (FRANCESCHELLI et alii 1982). I paragneiss e micascisti costituiscono la formazione scistosa più rappresentata nella parte meridionale, si tratta prevalentemente di paragneiss a grana fine con scistosità non molto evidente, di colore grigio e fortemente alterati e di micascisti grigi lucenti, scagliosi e anche essi alterati.
Dal punto di vista mineralogico queste facies sono composte da associazioni di quarzo, feldspati e miche in rapporti quantitativi diversi.

La datazione colloca i paragneiss e micascisti a minerali in un'età ercinica, più precisamente 344 ± 7 Ma (FERRARA et alii).
I filoni basici affiorano diffusamente nel promontorio, hanno composizione prevalentemente basaltica ed affinità calcalcalina.
L'età della messa in posto di questi filoni è incerta o comunque difficile da stabilire, in quanto intersecano praticamente tutte le facies intrusive del batolite e quindi sarebbero da collegare alle fasi tardo-erciniche o post-erciniche.

In particolare quelli basici sono l'espressione di un magmatismo di origine sub-crostale che ha trovato le condizioni favorevoli per la messa in posto nei livelli alti della crosta terrestre, durante il regime distensivo post-orogenico.
Le rocce granitoidi affioranti, in funzione al loro grado di alterazione, hanno solitamente una elevata permeabilità, mentre in profondità la permeabilità delle tende a diminuire essendo la roccia più sana e meno fratturata rispetto alle parti affioranti.

Analisi strutturale

La torre ha sede su rocce granitoidi caratterizzati da un sistema di lineamenti diretto N-
S ed uno coniugato diretto NW-SE e NE-SW. Le facies plutoniche si presentano scarsamente alterate e fratturate, questo se associato alla scarsa acclività dei versanti costituenti il promontorio definisce una linea di costa scarsamente suscettibile ai fenomeni erosi di breve e medio termine.

Condizioni geotecniche

I granitoidi come detto non evidenziano fenomeni erosivi tali da limitarne le caratteristiche geotecniche generali che possono essere definite ottime.

Interventi Proposti

La posizione arretrata della torre rispetto alla linea di costa, associata alle precedenti considerazioni, consente di accertare che non sono urgenti interventi di stabilizzazione dei litotipi prospicienti la torre.

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